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domenica 16 novembre 2008

Le città invisibili (ma davvero così tanto?)

Ho da sempre un po' di pregiudizio su Calvino.
Non so bene il perché. Alle superiori ricordo che non mancava mai nella lista delle possibili letture estive tra cui scegliere. Forse erano quei titoli così strani...non so.
E non so nemmeno se ora che mi sono sbloccata ne leggerò qualcos'altro.
Strano, visto che Le città invisibili è veramente un libro interessante e pieno di spunti.
Ho scelto questo libricino nella speranza di trovare frasi interessanti da citare nella tesi...lo so, che motivo becero e interessato.
E ne ho pure trovate!
Ma non mi sono fermata lì. Già, perché il libro parla di città, ma soprattutto evidenzia un elemento, il modo in cui le città vengono vissute, e si concentra lì. Lo fa immaginando città che, seppur con descrizioni surreali, assomigliano veramente tanto a quelle che conosciamo.
Ed è su questo livello che il libro prende, descrivendo quanto le città possono assomigliare alla nostra visione della perfezione, oppure quanto possano essere opprimenti o banali.
Lo consiglio a tutti, sia del settore sia semplici cittadini, sia chi cittadino non è ma è curioso. E lo consiglio soprattutto a tutti gli urbanisti del mondo, ecco per loro la metterei come lettura obbligatoria!!!

2 commenti:

Squilibrato ha detto...

Ho letto questo tuo commento e recensione. Essendo un urbanista mi sento obbligato alle lettura. In settimana lo cerco. Ammetto che su Calvino non mi sono mai soffermato molto.

vetsera ha detto...

Sono molto orgogliosa di aver praticamente obbligato qualcuno alla lettura! Fammi sapere...